Carlo – DAL “GARAGE SALE” AL “GARAGE DINNER”
Dopo quasi tre anni eccomi di nuovo negli Stati Uniti: l’ultima volta era stato nel Dicembre del 2019. Dopo un tour per conferenze che mi porto’ da Montreal in Canada, a Orlando in Florida e poi di nuovo in Canada a Toronto e poi nella West Coast Canadese (Vancouver) e Americana (Seattle), me ne ritornai in Italia poco prima di Natale. Non sapevo che per anni non sarei piu’ tornato…
Ho sempre avuto un gran concetto degli Stati Uniti: nazione agile, efficiente e creativa, concreta e non formale, dove tutto accade 5-10 anni prima che in Europa.
Il COVID ha cambiato tutto questo, almeno per ora. La meta questa volta e’ Chicago per il meeting della Societa’ Americana di Oncologia Clinica (ASCO), ai primi di Giugno 2022.
Prima novita’: gli USA richiedono ancora di effettuare un tampone x COVID entro 24 ore prima della partenza. Mi chiedo per quale utilita’ visto che ne hanno decine di migliaia di casi positivi all’interno del paese, ma tante’e: questa non sara’ l’unica domanda senza risposta.
Seconda’ novita’: e’ richiesta prova dell’avvenuta vaccinazione (almeno 2 dosi, bonta’ loro).
Terza novita’: in aeroporto il famoso (ed infame) CDC di Atlanta richiede la lettura e sottoscrizione di un documento di 12 pagine, complesso e poco comprensibile. Un documento molto simile a quello che fino a poco tempo fa chi giungeva in Italia doveva firmare in aereo (contenente le usuali 5-6 pagine di “considerato che”, “tenuto conto del”, “vista la legge del”), salvo poi non trovare nessuno a ritirarlo all’arrivo. Questo almeno (quello del CDC) viene buttato in uno scatolone, senza comunque neppure controllare se l’ho firmato.
Anche il risultato del tampone e della vaccinazione vengono esaminati senza grande attenzione dagli impiegati della compagnia aerea.