Home / Un giudizio sul piano pandemico 2024-2028

Un giudizio sul piano pandemico 2024-2028

Alla lettura della bozza del nuovo piano pandemico (disponibile qui) un qualunque cittadino può facilmente rimanere sconcertato dall’accento didattico e scarsamente scientifico dello scritto. Insistere sul carattere sociale del piano, allargando il campo a una “filosofia sociale” della medicina non ha alcun senso.

I principi fondativi cui si informa la tutela della salute nella nazione italiana hanno già disposizione legislativa e costituzionale. E’ palese che l’autore del piano dà ad esso un carattere politico/ideologico dilungandosi su principi astratti che mettono in ombra quelli che dovrebbero essere, al contrario, le proposte molto concrete in caso di pandemia.

Basterebbe porci una domanda di filosofia per sottolineare quanto si dimostri povero nell’argomentare l’autore del piano: che cosa significa la tutela dell’interesse collettivo su quello del singolo? Nessuna domanda l’autore si pone su questo punto cruciale e, naturalmente, non ha risposte. Chi decide e quando si può decidere un comportamento coercitivo nei confronti di singoli cittadini per “il bene comune”? Quale livello o peculiarità di pandemia giustificherebbero provvedimenti lesivi delle libertà personali? Riferirsi superficialmente e genericamente all’evento “pandemia” non è sufficiente. Il piano elabora il principio generale di tutela della collettività ma non ne circoscrive i limiti e i casi concreti in cui tali limiti possono essere oltrepassati o non essere oltrepassati, dando spazio quindi ad abusi gravi di potere da parte delle autorità che potrebbero non essere immuni, in alcune circostanze, da interessi personali.

Soprattutto la bozza pone diritti individuali e tutela della salute collettiva come elementi antitetici, in contrasto uno con l’altro, con la necessita’ di farne prevalere uno. Tutto il contrario di una visione davvero “politica” del piano, che dovrebbe invece integrarli e rispettarli.

Fonti giornalistiche (Repubblica 21/2/2024) riferiscono che autore della bozza di piano pandemico sia persona (Francesco Vaia) che ha curriculum di membro dell’Istituto Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani e che sarebbe candidato al ruolo di dirigere la Prevenzione al Ministero della Salute.

E’ auspicabile che il Governo della Repubblica rigetti il piano pandemico nella forma proposta, che sembra fuoriuscito da rimasugli del governo Conte/Speranza/Draghi.