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Roberto – Nella patria del diritto.

Un giorno qualunque. Uno come tanti. Tratta Roma-Napoli.
Sono stato in Corte d’Appello a Roma, l’udienza è finita più tardi del solito. Prendo un taxi per fare più in
fretta. Arrivo alla Stazione Termini, mancano pochi minuti alla partenza del treno. Devo correre. A facilitare
le cose, oltre alla “museruola” che non mi permette di respirare c’è ancora da fare la fila per il controllo dei biglietti che, da un po’ di tempo, è contestuale a quello del “Green Pass” nei varchi di accesso ai binari.
Dall’altoparlante annunciano l’imminente partenza del mio Diretto per Napoli Centrale. Supero i controlli e via di corsa verso il treno sul quale riesco a salire al volo, con un forte affanno a causa della mascherina, mentre si chiudono le porte alle mie spalle.
Mi seggo. Prendo il libro che ho in borsa ed inizio a leggere. Il vagone non è affollato e viaggiano a fianco a me due insegnanti. Intuisco che stanno criticando le recenti norme introdotte con decreto legge dal governo riguardo all’obbligo vaccinale, pena la sospensione dal lavoro per i dissenzienti…