Raffaella – Alla ricerca della verità
Sono passati esattamente 2 anni e non so se piangere, arrabbiarmi o se festeggiare.
Piangere perché sono tanta stanca.
Arrabbiarmi perché ci sono molti colpevoli.
Festeggiare perché in fondo sono ancora viva e sono qui a poter raccontare 2 anni di vita vissuta.
12 maggio 2021 era un giovedì, circa a mezzogiorno vado a Verano Brianza a fare il vaccino covid.
Non mi ero molto informata : all’epoca pensavo che coloro che praticamente avessero deciso di quasi imporci il vaccino avessero preso coscienza dei rischi/ benefici. I miei genitori e mia suocera avevano già fatto 2 dosi e grazie al cielo non gli era successo nulla, nell’immediato perlomeno. Solo 2 ore dopo essermi inoculata la prima e unica dose inizia il mio calvario.
La gamba destra inizia a bruciarmi, nella notte anche il lenzuolo era troppo fastidioso sulle mie gambe, che iniziavano a prendere fuoco.
Nemmeno una settimana dopo fatico a fare tutto, anche a parlare. Mi portano al pronto soccorso di Monza, mi fanno delle analisi e nella notte mi dimettono con un psicofarmaco, io ritengo possa rilassare i miei nervi. Mi dicono che se mi faccio i bisogni primari addosso di ritornare al pronto soccorso.Il giorno dopo prendo una pastiglia e sarà l’ultima di quel farmaco. Mi si gonfia il collo peggioro, mia figlia chiama un’autombulanza.Io non muovo niente ma sento tutto, mia figlia grazie al cielo riesce ad essere calma, pacata, lucida e descrive la situazione in modo preciso. Abito al primo piano, quindi mi mettono in un sacco e mi riportano a Monza, visto che ero stata dimessa da poche ore. Nella notte mi dimettono con lo stesso farmaco. Da lì capisco che non è la strada giusta da percorrere.
Penso che il centro vaccinale abbia più casi e più esperienza. Li contatto, mi mandano a fare una visita neurologica e mi dimettono con lo stesso farmaco, che ovviamente non prenderò. Ci sono varie visite successive che non portano altro che frustrazione, delusione e mi fanno ben comprendere come non si possa parlare di reazione avversa. Tramite amici scopro che c’è un file svizzero dove sono riportati i primi danni da vaccino.
Molti sembrerebbero avere il fuoco di Sant’Antonio senza reazione cutanea, in effetti in quel periodo io bruciavo viva. Spesso passavo gran parte della mia giornata in vasca da bagno con acqua fresca per attenuare il fuoco che mi stava devastando. È si partito dalle gambe ma si è dilagato anche alle braccia, schiena e per ultimo alla faccia.Volevo resistere, non avevo rabbia, avevo un grande dolore, tanti sintomi che non riuscivo quasi nemmeno a descrivere.
Sono arrivata al punto di chiedere a mio marito di staccare il boccaglio dalla maschera per poter immergere anche il viso per attenuare il bruciore. Il tempo passa, voglio non perdere la voglia di vivere e a volte mettevo i fiori di malva nella vasca per donarmi qualcosa di bello da osservare. Mi sono messa a leggere come fare a staccare la mente dal corpo.
Ho visto un video di Nike Pescetto che fa sport estremi e in una caduta descrive l’importanza della non rigidata’ del corpo ma nel rilassare tutto perché il corpo meno rigido si fa’ meno male nell’impatto. Provo a mettermi a letto gambe aperte braccia aperte chiudo gli occhi e distacco corpo e mente il più possibile. I mesi passano arrivo a settembre, tramite un infermiera sospesa perché non vaccinata, mi metto in contatto con un medico in Portogallo e lui mi dice di provare con il cortisone.
Un pochino meglio va.Tramite una dottoressa mi mettono a fare riabilitazione al cammino.I mesi passano e nel frattempo iniziamo a raggrupparci tra danneggiati tramite facebook, sembra ridicolo ma è così.
Arrivo praticamente ad 1 anno che per certi versi mi sembrano 10 anni. Le relazioni sono sempre minori, il covid aveva già diviso ma la mia reazione avversa rende tutto ancora più distante, chi non ha avuto ” nulla” al momento vuole solo riprendersi la vita nella loro normalità, voglio non guardare in faccia ciò che è successo perché sono già stanchi, spaventati, stufi, frastornati, ognuno ha il suo motivo per andare oltre.
Arrivo a giugno a Mantova da un dottore che fa esame al microscopio in campo oscuro. Ok scopro un impilamento massivi dei globuli rossi, la mia vita è a rischio. Lo sapevo già, ma sentirselo dire fa un altro effetto. Nei mesi precedenti più volte ho pensato che stessi morendo, ho provato anche a svegliare nella notte mio marito e mia figlia perché i sintomi erano troppi e troppo invalidanti. Ok prendo lo zaino in modo metaforico in spalla e mio marito il suo e torniamo a casa sconvolti.
Prendo cardioaspirina, prisma e inizia il mio iter con punture per cercare di far diminuire almeno le microclonie che avevo nel corpo. Sono successe troppe cose che ci sarebbe da scrivere un libro.
Comunque arrivo ad agosto e dopo diverse informazioni decido che la strada da percorrere sia la Germania.
A settembre mia figlia mi porta a Baden Baden in una clinica, il bagaglio di quello zaino metaforico pesa ma c’è anche la speranza di percorrere una nuova strada. Ho dimenticato di raccontarvi che nei mesi precedenti mi ero unita ad un gruppo di persone che avevano avuto reazione avversa…Il comitato Ascoltami, e tramite loro ero anche stata intervistata per il programma “Fuori dal coro”.
Bè eravamo già in quel periodo in molti e tutti noi uniti non trovavano una strada per guarire.
La mia partenza in Germania quindi viene vista, anche per parte del gruppo, come la possibilità di poter guarire.
Arriviamo in questa cittadina, le cure mi venivano fatte giornalmente: praticamente punture o flebo.Io che odiavo le punture sono tornata in Italia dopo quindici giorni e le prime settimane facevo 19 fiale di punture a settimana.
Sono appunto come dicevo passati due anni. Non sono più la persona di prima ma posso dire anche di avercela fatta, cammino e posso fare praticamente tutto.
Dolori si ne ho molti e si impara a convivere con un corpo che da segnali ogni giorno e ti ricorda che non è ancora arrivato il momento di dimenticare.
Se mettessi sulla bilancia questi anni devo fare pendere la bilancia verso la positività si la positività e tu lettore ti starai chiedendo dopo tutto sto dolore descritto come puoi scrivere così adesso?
Ho sofferto tanto si anche in modo indescrivibile ma sono stata brava secondo me a resistere, ma la positività è importante perché ho capito la verità della crudeltà ricevuta.
Proprio in questi giorni sto leggendo un libro dove descrive che la nostra felicità è un passaggio giornaliero. Dove in una giornata possiamo essere felici per qualche ora e arrabbiati per altrettante ore.
Ma la verità crudele forte e devastante ti rende una persona estremamente più consapevole e tutta questa mia esperienza mi ha reso consapevole di ciò che sta emergendo.
Non sarò io a dirti cosa penso devi essere tu lettore a volerti documentare e voler prendere coscienza che il passato e il presente sono e saranno il futuro.
Ringrazio la mia famiglia che mi ha sostenuto e mi sostiene ancora anche se è stato faticoso, ringrazio le persone che mi sono state vicine, ringrazio le nuove anime entrate nella mia vita, ma soprattutto ringrazio tutti coloro che sono disposti a mettersi in discussione non solo per il bene personale ma per il bene dell’umanità.
Un abbraccio forte di luce a tutti.