Nove Settembre 2021, ore 21. Entro nell’edificio U8 dell’Universita’ di Milano Bicocca.
Che e’ chiusa, e quindi “aperta” per me. Entro col pass per entrate “fuori orario”; passo
il lungo corridoio deserto con l’immagine di Sabin alla parete e l’entrata della biblioteca,
prendo un ascensore un po’ sgangherato e finalmente posso entrare nel mio ufficio al 4
piano. Prendo alcuni documenti, un disco rimuovibile di cui avevo bisogno, dell’acido
acetico e quindi esco per la stessa via. L’Universita’ e’ ovviamente deserta e lascia
un’immagine un po’ spettrale. Sono stato qui di notte tante volte in questi 18 anni, per
controllare esperimenti in corso, in caso di allarmi agli strumenti, ma questa e’ la prima
volta che ci devo venire appositamente, per non andarci di giorno.
Dal 1 di Settembre e’ in vigore il famigerato “green-pass” per poter entrare e
ovviamente lavorare in Universita’. Io non ho nulla contro I vaccini, ma avendo gia’
avuto questa infezione nel 2020 (in maniera per altro asintomatica) ne sono ovviamente
immune. Faccio il professore di Ematologia e queste cose le so. Invece non le sa,
apparentemente, chi ha emanato queste norme, per cui aver avuto l’infezione
conferisce immunita’ solo per pochi mesi. Un fatto mai avvenuto e tantomeno
documentato in nessuna altra malattia infettiva. Una volta che il sistema immunitario ha
visto il virus, ha fatto quanto poteva, e non e’ certo una ulteriore immunizzazione con
una piccola parte del virus (quella contenuta nel vaccino) a fare una differenza. Infatti
non ci sono studi che documentino che questa procedura inusuale (vaccinare chi e’ gia’
immune) dia alcuna ulteriore protezione dalla malattia; lo stesso Anthony Fauci
(https://www.wnd.com/2022/04/fauci-2004-dont-need-shot-disease/) sosteneva la
stessa tesi nel 2004, prima di convertirsi al politicamente corretto” che non coincide per
nulla con il “scientificamente corretto”. Ma tant’e’, e io da alcuni giorni sono nei fatti
“bandito” dal lavorare, anche solo dall’entrare nella mia stessa Universita’…